scrigno

leggere nuoce gravemente all'ignoranza

"The big" di Alessio Pracanica

La pizza ai peperoni

Il ragazzo del pizza express eseguì una frenata perfetta, poi scaraventò la pizza contro il tizio sul marciapiede e se ne andò.
Nei pochi miserabili secondi che seguirono, il tizio sul marciapiede, riflettè brevemente sulle diverse ipotesi.
A) Pulirsi le scarpe, un paio di stupendi mocassini nero lucente, dal misto di formaggio-pomodoro-peperoni, ancora fumante come una colata lavica multicolore.
B) Vomitarci sopra e completare l’opera.
C) Estrarre la pistola e centrare la schiena di quel fesso che si allontanava.
E’ difficile fare certe scelte, se il tizio sul marciapiede sei tu.
Scelsi la prima, sospirai e con sovrumana pazienza estrassi di tasca il fazzoletto per ripulire il tutto. Si, lo so. E’ dura essere umiliati pubblicamente e rimanere calmi. Estrarre di tasca qualcosa di candido, morbido al tatto, invece di un’anima compatta in liscio metallo. Puzza quasi di resa, di bandiera bianca. Non so perché quell’idiota abbia fatto una cosa simile. Davvero. Non che l’abbia insultato o qualcosa del genere. Mai visto prima. Fanculo, non l’avevo nemmeno ordinata io la pizza. Mai prendere roba con i peperoni a quell’ora. Ti rimane sullo stomaco tutta la notte. Ed una volta che il bruciore è partito, il bicarbonato non basta. Immagino che il fesso mi avesse scambiato con qualcun altro, oppure era semplicemente uno dei tanti scazzati in giro per le strade. Magari, proprio in quell’esatto momento, aveva realizzato che prendeva una paga da fame e si era liberato della pizza, dando ufficialmente le dimissioni. Non mi pareva il tipo che manda lettere, per troncare un rapporto di lavoro. Diciamo che la mia faccia sembrava un buon bersaglio. Forse assomigliavo a quello che lo mandava in giro a consegnare pizze in cambio di una miseria. Oppure chissà. Forse mi ero scopato sua sorella. Più probabilmente la madre, a giudicare dalla differenza d’età. Insomma, per un qualsiasi schifoso motivo, aveva deciso di tirarmi addosso la pizza ed andarsene. Il mondo è pieno di pazzi. Finii di pulire le scarpe e i pantaloni, quindi gettai il fazzoletto nel bidone più vicino. Fischiettai per darmi un contegno e cominciai a passeggiare mani in tasca. D’accordo, avevo i pantaloni sporchi di salsa di pomodoro e neanche cinque minuti prima mi avevano tirato addosso una pizza, per imperscrutabili motivi. Comunque la pizza l’avevo schivata e le macchie di salsa non si notavano nemmeno, alla fioca luce dei lampioni. Non era una bella serata, ma ne avevo viste di peggiori. Certe volte bisogna accontentarsi.
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