scrigno

leggere nuoce gravemente all'ignoranza

"L'archetipo" di Alessandro Bastasi

Di Alessandro Bastasi
Perchè la terra è rotonda? Sono varie le teorie e in questo racconto l'autore cerca di dare la sua personalissima versione

Iddio ebbe appetito. Prese la lista e ordinò aringhe con le rape, formaggio due o tre fette di pane casereccio e mezzolitro. Fu sazio e di buon umore. Chiese il conto e assieme gli portarono una grappa della casa. Uscì che non era proprio brillo ma quasi. Intorno a lui tutto il creato fremeva di contentezza per come si erano messe le cose quel giorno. Iddio si guardò intorno soddisfatto, ruttò con energia e si predispose al suo solito, gravoso lavoro. L'universo tacque in ascolto: si era agli albori del mondo, tutto era incerto e sospeso. Con passo lesto, Iddio tornò al suo laboratorio.

Certo che doveva smetterla, di bere. Quell'altra volta, se fosse stato più in sé, l'avrebbe di sicuro capito che così non poteva andare. Sorrise di autocomprensione. "Se qualche volta non ci si diverte un po', che cosa l'ho fatto a fare, il mondo?" Più di tutto, era il problema dell'acqua, che doveva risolvere, che al contorno se ne andava da tutte le parti, un po' tornando indietro e un po' cadendo giù, del resto lì era proprio dove s'era sentito male e aveva vomitato, era tornato a casa barcollando, lasciando il lavoro incompiuto. Ma adesso che riguardava il progetto, capiva che non andava bene comunque. Era l'asimmetria del risultato, che lo lasciava perplesso. Non ci potevano essere, nell'universo, un sopra e un sotto, essendo l'isotropia uno dei requisiti fondamentali. Era la forma, quindi, a essere sbagliata. Ma non riusciva a venirne a capo. Gli uomini, poi, come l'avrebbero presa? Non ci avrebbero mai creduto, chissà quali diavolerie avrebbero inventato pur di non crederci!

Fu Lisa a fargli venire l'idea, la lavorante dell'osteria. Era una giornata calda, solo le api ronzavano sulle acacie, tutto il resto dormiva, anche le canne del fiume si piegavano indolenti sotto la calura del pomeriggio. Iddio russava, stravaccato sulla poltrona sfondata che teneva fuori, nel giardino, in mezzo all'erba alta, ai ranuncoli selvatici, e a un coacervo di strani arnesi mezzo arrugginiti. Era l'effetto della grappa. E poi, bisogna dirlo, ormai era un po' in là con gli anni, non aveva certo il vigore di una volta. Non so perché, forse a causa di un incubo, ma a un tratto Iddio si svegliò di soprassalto, guardandosi attorno pieno di ansia. E vide Lisa.

Era completamente nuda, e stava scendendo lentamente nel fiume a rinfrescarsi. Bella da mozzare il fiato. Iddio rimase immobile, incantato, a rimirarla, con la bocca aperta e il respiro affannoso. Quello che lo colpì con forza fu soprattutto... il culo! Un culo grande, rotondo, morbidamente sodo, ammiccante, immobile nel moto ondeggiante di Lisa, in cui si inseriva con altero distacco. E improvvisamente Iddio capì. La forma pura, immota pur nel movimento, che tutto attrae a sé, attorno alla quale far ruotare l'esistenza delle sue creature. La forma tonda, finita ma illimitata, percorsa da geodetiche purissime, cerchi massimi che tutti si incontrano, escludendo ogni possibilità di isolamento parallelo. Luogo geometrico di piccole vite, equidistanti da un centro femminile vibrante di fuoco, cui tendano come ultimo fine ogni massa e ogni consapevolezza, che non consenta fuga alcuna ad alcun essere, buco nero per il quale l'uomo lavori e fatichi senza sosta. Così doveva essere la Terra. Non più piatta, con l'Oceano che deborda dai confini, e le navi degli impavidi a precipitare giù negli abissi, e il nero dell'universo a salire dai precipizi che stanno al contorno! Tonda, dev'essere, come un grande potente e illimitato culo, illuminato a tempi alterni da un sole finalmente pago di tanta meravigliosa vista.

Iddio si alzò dalla poltrona, più allegro che mai. Emise un poderoso sbadiglio, e si mise al lavoro.

Acacie e massimi sistemi

Di racconti sulla creazione del mondo, ce n'è a bizzeffe...almeno quanti ce ne sono sulla fine...
Si potrebbe dire che l'argomento è abusato, forse e forse no...
Soprattutto se ci sono scrittori come Alessandro Bastasi, che oltre ad inventarsi un dio originalissimo e dotato di rustica genialità (com'è giusto che sia per un progenitore primigenio e primordiale) si prende la briga di piantare, ai margini del nostro campo visivo, acacie e ranuncoli, canne di fiume e ronzare d'api...
E la cosa non è affatto marginale, come si potrebbe pensare. In un racconto breve, spesso il cono di luce è focalizzato sul centro dell'azione, mentre i margini rimangono in penombra,...spazio grigio tutto da riempire, affidato alla buona volontà di qualche lettore benintenzionato e più immaginifico della media.
Succede … a volte a causa della storia in sé, che non consente soste, più spesso per colpa dello scrittore, non abbastanza bravo a percepire quel che i personaggi gli suggeriscono, perché non riesce a guardare là dove guardano i loro occhi … a vedere ciò che essi guardano.
Così spesso si rimane un po’ delusi … perché non si sa com'era il sorriso del tale personaggio, che non incontreremo più … o di che colore erano quel giorno il cielo, il mare, la terra.
Con Alessandro Bastasi tutto questo non succede. Come ho già detto si prende la briga di riempire anche gli angoli morti, gli spazi inutilizzati … e questo significa aver cura dei propri lettori, ladies and gentlemen, ma anche dei propri personaggi … e lo fa con la grazia propria dello scrittore vero, per istinto e non certo per ruffianaggine …
Ultima personale constatazione … il finale del racconto, mi è piaciuto molto, in primis per la sua originalità, sed (last but not least) anchè perché sono da sempre devoto alla contessa di Castiglione, che si sappia ….

Alessio

Voi due, Alessandro ed

Voi due, Alessandro ed Alessio, siete una coppia fantastica. Il primo scrive, inconsapevole di accendere una miccia nell'altro, che commenta scrivendo a sua volta. Il risultato è di una godibilità estrema per tutti quelli che di qui passeranno.

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Una stanza senza libri è come un corpo senza anima.

Tenk iu

Alessio

grazie, troppo buona, come sempre...solo che....definirci coppia? ... :) ... proprio il giorno di San Valentino poi ...:)
io sono di larghe vedute, ma non è che la moglie di Alessandro se la prende a male? :)

La scrittura non ha sesso a

La scrittura non ha sesso a mio parere e lo scrittore neppure nel momento in cui prende una penna in mano e si siede di fronte ad un foglio bianco. E' proprio per questo che personaggi femminili o maschili possono arrivare a lui per raccontare, attraverso di lui, la loro storia.

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Una stanza senza libri è come un corpo senza anima.

il Demiurgo

Ecco perché l'uomo sente così forte il richiamo del femminile ancheggiare. É un bisogno atavico di fondersi con la terra, ritornare alla pura essenza della sua natura ancestrale, lasciarsi andare all'effluvio ormonale scatenato da una venere callipigia che mostri l'eterno ondeggiare già stigmatizzato nelle statuine steatopigie dell'età della pietra. Non l'acqua di Talete, non l'aria di Anassimene, non l'infinito di Anassimandro. Abbiamo qui oggi appreso che il vero motore portante dell'ilozoismo classico, è il culo di una donna e ce ne rallegriamo moltissimo.

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