Ciao tata,
finalmente riesco ad avvicinarmi ad un computer connesso. (mi mangio le mani per non aver portato il mio, qui c'è solo wirless). E' da poco finito un acquazzone e ora sta tornando il sole, anche se rimane nuvoloso: ristorante con wirless sul mare, vetrate panoramiche, tavoli con poche persone, molte donne in gruppo, sedute a mangiare: sembra di essere in villeggiatura se non fosse per le macerie vicine, per la corrente che va e viene, e per quello di cui siamo testimoni. Qui a Gaza city le distruzioni sono state mirate: moschee, palazzo del parlamento, un ministero, una sede universisaria, alcune palazzine sparse, la sede della scuola di polizia, ospedali, la sede dell'ONU dove hanno distrutto un edificio e alcune gip, i l perimetro dello Shifa Hospital, quello governativo ed il più grande, la sede dell'UNRWA quella dei rifugiati dell'ONU, dove avevano sfollato i senza tetto!!!!.
Nei quartieri limitrofi di Gaza (Beit-Hanoun, Jabalia e i dintorni del valico di Eretz, confine con Israele) ci sono state delle distruzioni massive, con interi quartieri rasi al suolo: ci hanno raccontato gli anestesisti che ilprimo giorno sono cadute 300 bombe in un minuto e che per 15 gg hanno sparato giorno e notte. Ci hanno fatto vedere le foto dei feriti e dei morti ... bambini......(le lacrime mi sono scese senza che mi accorgessi) e hanno raccontato che i feriti venivano portato a mucchi: 300 nalla prima mezz'ora: avrebbero dovuto impiegare 8 ore per ogni ferito, ma non otevano, ne avevano troppi da curare: la maggior parte sono morti perchè non facevano in tempo a curarli. Il piazzale davanti all'obitoro era coperto da 300 morti il primo giorno e loro hanno lavorato tanto ininterrottamente che alcuni sono svenuti. Si sono accorti delle mie lacrime e hanno detto: " le tue lacrime, son le nostre ma noi non avevamo il tempo di piangere.". Mi sono vergognata!!!!
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Qui sono bravissimi: hanno attivato fin dal primo giorno nei campi profughi delel attività per i bambini e i ragazzi, ci sono molti volontari giovanissime e meno che si danno un gran daffare per limitare i danni del gtrauma da guerra, con la narrazione, il disegno, la drammatizzazione il gioco. Abbiamo conosciuto molti ragazzi volontari ch ci portano e ci accompagnano alle loro attività ovunque e le Psico lavorano costantemente. Filippo ed io abbiamo visitato il ministero della salute, gli ospedali, io i reparti di ginecologia; ho lavorato con le ginecologhe sia in ospedale che negli ambulatorie nei consultori esterni, abbaimo lavoragto con i medici di base che qui lavorano un po' come un Pronto soccorso di base. E' u popolo generoso ed ospitale : siamo spesso a cena da uno e dall'altro: addirittura dall'autista del pullmino che ABBIAMO noleggiato, tutti cercano di farti sentire a casa: se pensi che fanno fatica a trovare da mangiare, non hanno il gs e nei quartieri periferici fanno i turni per la corrente elettrica: mangiamo spesso al buio con le campoinggas o le candele e le pile. I bambini sono tenerissimi e hanno un bisogno di carezze di corporeità commovente: cercano baci, ti danno tutti la mano da quelo di 9 mesi a quello di 13 anni, sono intimiditi e all' inizio un po' diffidenti ma quando li saluti e gli parli si sciolgon: molti hanno un sorriso divertito ma gli occhi tristi. Ci riferiscono che l'enuresi è aumentta del 90 % sia nei bambini che nei ragazzi. I genitori raccontano che di notre non riuscivano ad addormentarsi e li tenevano tutti vicini a loro e anche i più piccoli sapevano che c'erano le bombe e ancora adesso hanno gli incubi. Tutti in un modo o nell'altro sono stati colpiti: ci sono case usate come tirassegno dai tank: bichi, buchi ,buchi e alcuni locali sventrati. Tutti hanno avuto un lutto o un ferito: sono famiglie molto gandi con 7-10 figli e giovani , e molti hanno riportato anche danni minori come disturbi dell'udito, stt i bambini piccoli. Quelli più depressi sembrano i ragazzi dai 12 ai 17 anni: alcuni li vedi in giro persi, sguardo nel vuoto, altri con uin'espressikone dura, incazzata, scostante.
Ma quello che si vede è una gran voglia di andare avanti, di rincominciare, di non lasciarsi andar di n on arrendersi: sistemano tutto come se dovessero da un momneto all'altro accogliere gente, turisti, come se la vita riprendesse a scorrere per loro libera come tutti i popoli hanno diritto di essere e di sentirsi. Ora ti lascio perchè ho paura che si disconnetta di nuovo, prima ho perso tutto quello che ti avevo scritto! Grazie della tua mail e se vuoi puoi diffondere queste notizie ai tuoi contatti: più persone sanno cosa succede e più informazione sulla verità si diffonde.
Un forte abbraccio a te e Stefi e a tutti.
Ciao mamma
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