Il Discepolo di Antonio G. D’Errico ti fa immergere in atmosfere oscure e ambigue di una città, Bergamo, notturna e spaventosa. Uno spavento che deriva dall’aria fredda dei monti intorno, dal gelo dell’animo di un branco di ragazzi che per un’allucinazione inconsapevole si trovano a celebrare riti satanici.
La violenza si insinua nei loro animi, a loro insaputa. Qualcuno teme quell’esaltazione, in particolare del capobranco. Altri sperano di dovergliela farla pagare, in un momento più opportuno, non condividendo più tutta quell’esaltazione. E’ un’escalation perversa, sottile, descritta con magistrale arte dall’autore. Un vero maestro, questo D’Errico. La sua scrittura non è spasmodica, anche se avverti ansia e trepidazione. Sembra quasi che avvisi, invece, che lasci spazio al lettore per un’altra soluzione che salverebbe tutti dallo spavento. “A me piace descrivere il bene,” ha detto lo scrittore in un’intervista rilasciata in tv. “Il male lo rappresento, solo per suggerire che la strada da percorrere è esattamente quella opposta”. La suggerisce anche all’interno del libro la strada opposta, spetta al lettore raccogliere gli indizi per fare di questa lettura esperienza propria. Si rivolge ai giovani D’Errico, da vero maestro, pur non atteggiandosi in questo ruolo. E’ il lettore giovane che coglie quest’aspetto, come se trovasse conforto nel corso della lettura nell’anima invisibile di chi ha saputo descrivere con realismo personaggi che potrebbero sembrare usciti da un incubo. Si tira il fiato solo nei momenti di pausa, in cui il protagonista si abbandona alla passione d’amore sfrenata con la protagonista femminile del thriller. E anche quando tutto sembra felicità e piacere, si avverte la sofferenza della minaccia che incombe ancora sui personaggi. Si avverte questa tensione, verrebbe voglia di metterli in allarme, di suggerire loro un altro amore, un’altra felicità. Ma ovviamente è impossibile, i personaggi sono sordi e in preda alla follia del loro destino che deve compiersi ineluttabilmente. Problematico è anche il rapporto del protagonista con la madre, ma questo l’autore non lo risolve, neanche avvisa. Condanna certi atteggiamenti, li esaspera, per farli emergere in tutto il loro scandalo.
Buona lettura, dunque. Siete avvisati.
Federico
Per un assaggio del libro clicca sul link seguente:
http://scrignoletterario.it/node/585
Il Discepolo di Antonio G. D'Errico, è un noir d'eccezione
Ho letto con celerità e passione: Il Discepolo e, posso dire tranquillamente, che siamo di fronte ad un best seller di portata nazionale e, credo anche internazionale...
spero che a breve possa essere tradotto anche in altre lingue per far conoscere ad altri cittadini l'estrema grandezza de: Il Discepolo edito da Frilli di Genova.
Che dire amici e lettori, non facciamoci scappare questo giallo perchè è davvero qualcosa di formidabile: il linguaggio, la trama, il contenuto, lo stile e, perchè no, la grafica della copertina stessa è stupenda e originale.
Per gli amanti del genere è assolutamente importante conservare e detenere come una reliquia: Il discepolo di Antonio G. D'Errico tra i libri piu' importanti della propria libreria.
Un consiglio:
Per le vacanze sotto l'ombrellone fatevi un regalo e fatevi trascinare, dalla lettura immediata, di questo giallo avvincente: Il Discepolo di Antonio G.D'Errico edito da Frilli, a mio modesto avviso, è il non plus ultra.
Grazie Prof. della tua grandiosa maestria nell'arte dello scrivere e, aspetto con ansia e trepidazione un tuo prossimo lavoro e, spero sempre dello stesso genere.
Ti auguro tanta fortuna Dr. Antonio D'Errico perchè te la meriti, Sei un Grande.
A presto.
invito
A nome della redazione di Scrigno, invito l'autore di questa
segnalazione ad approfondire gli aspetti di stile letterario o di ritmo narrativo che l'hanno colpito o interessato, ricordandogli che alla grande maggioranza dei lettori di scrigno sono queste le considerazioni che interessano.
Grazie
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Una stanza senza libri è come un corpo senza anima.
approfondimenti commento de Il Discepolo di Antonio G. D'Errico
Ecco cosa mi ha colpito in maniera piu'specifica de: "Il Discepolo"frilli editori del Grande Autore contemporaneo Antonio G. D'Errico:
La novità del satanismo in chiave noir rappresenta un qualcosa di unico nel suo genere.
Il concetto di stile letterario è spiegato dall'esigenza di realizzare un documento uniforme: sia dal punto di vista visivo, sia dal punto di vista espressivo, come si evince da Il Discepolo di Antonio G.D'Errico edito da Frilli di Genova. Questo aspetto coinvolge quindi l'aspetto grammaticale (ortografia, sintassi, lessico, ecc.) e l'aspetto tipografico (impaginazione, tipi di carattere, dimensione, ecc.) o artistico.
L'esigenza di un'uniformità visiva deriva dal piacere e dal rilassamento che Il Discepolo trasmette al lettore un documento impaginato e strutturato in un modo ordinato e chiaro, e dalla facilità nella lettura che ne deriva. Nello stesso modo è importante l'uniformità grammaticale, cosa particolarmente delicata in una lingua come la nostra in cui sono consentite molte variazioni, data la varietà linguistico-culturale delle varie regioni.
Che dire per il periodo estivo facciamoci un bel regalo: Il Discepolo, acquistabile on line sul sito feltrinelli, ibs anche su ebay.
Grazie mille alla redazione di Scrigno molto attiva e attenta.
pagine patinate o carta riciclata
Fermo restando che se si parla di satanismo il romanzo non può essere altro che noir o thriller, sono anche convinta che un libro sia bello indipendentemente dalle pagine patinate o meno o dalla bella rilegatura.
Ho libri, pochi purtroppo, della seconda metà dell'ottocento,acquistati in mercatini dell'usato. Sono impolverati quei libri, con le pagine appiccicate, che mi sporcano le mani ogni volta che li prendo ma che contengono una storia bella e degna di essere tenuta nella mia libreria. Poco importa se la rilegatura non tiene più le pagine.
Ho letto "Il Discepolo" ed ho trovato la storia interessante e lo sarebbe stata anche con una copertina orribile o su carta riciclata.
Parliamo piuttosto delle tematiche che affronta. Allora sì che i lettori di Scrigno potranno pensare di acquistare il libro per le vacanze e, magari, regalarlo a Natale ad amici e parenti.
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Una stanza senza libri è come un corpo senza anima.
Pagine patinate o carta riciclata?
Bella domanda! Un libro, se "costruito" bene, è sempre utile. L'amica della madre di un mio amico li usa per innalzarsi e spolverare il lampadario del salotto, altri per capire se il sole cresce perché prima sale, o viceversa, altri ancora come sostituti dei sonniferi, insomma, tematiche a parte e non per rimarcare, un libro è comunque un appoggio.
Il Discepolo e lo stile
cari lettori di Scrigno,
forse devo esplicitare meglio il mio pensiero. Un bel libro, che si presenti con una certa copertina, è indicativo del contenuto stesso del volume. La croce rovesciata, sul Discepolo, è già questa un simbolo che dà un'idea molto seria sul fenomeno del satanismo.
Ironia a parte, anche perchè Il Discepolo è una scrittura seria, l'idea di affrontare una tematica che tocca la società dei giorni nostri, oscura evidentemente, nascosta, già rende merito della grandezza e del coraggio dello scrittore D'Errico.
So che le Sue opere sono tematiche, spiego meglio: coi suoi thriller l'autore D'Errico non vuole confezionare lavoretti da vendere o svendere sul mercato, ma vuole affondare lo sguardo nelle cose e sviscerarle, rivelare gli aspetti più segreti che nessun altro ha avuto l'intuizione e la capacità di esplorare.
Il Discepolo ha una scrittura che difficilmente si può rinvenire presso altri scrittori. Il ritmo è quello giusto, non per forza asfittico, come si dice "pressante", ma è naturale, meravigliosamente non forzato; a volte, proprio perchè opera letteraria risente della cultura e della penna dello scrittore, ma lo scopo ultimo è ottenuto con grande semplicità, senza dare interpretazioni, ma seguendo esclusivamente l'evoluzione e il destino dei personaggi.
Noi fans dello scrittore siamo abituati alle battute facili, all'ironia mediocre, a chi non ha il senso della vera scrittura. Sarebbe spiacevole rispondere in questo spazio a chi ha voluto alludere, pertanto ci limitiamo semplicemente ad augurarvi un buon lavoro e una buona lettura del Discepolo.
Ringraziamo per aver aperto lo spazio a quest'Opera che merita un seguito di lettori accorti, intelligenti, colti e anche gentili, giusti, sapienti, in una parola umani.
Grazie a tutti e a presto.
Tullio e i Fans del Discepolo.
Ironia?
Gentili Tullio e i fans del discepolo, dispiaciuto per un "appoggio" mal frainteso (è sugli appoggi che generalmente si costruisce) auguro successo all'Autore.
risposta a ironia e ringraziamento
okai gentile frank
è stato uno scambio di idee e, soltanto con un confronto leale e sincero, come questo, si è potuto notare ed evidenziare un comune intento: di augurare, un meritato, successo all'autore D'Errico e al Discepolo edito da Frilli.
Grazie Frank per la tua meticolosa e preziosa precisazione.
Tullio e i fans del Discepolo e di Antonio G. D'Errico.
La Governante Tilde edito da Il Foglio Letterario di D'Errico
Prego la redazione di scrigno di voler recensire il nuovo giallo di Antonio G.D'Errico, magari scrivendo mail all'autore antonio.derrico@alice.it ...
Allego scheda e aspetto riscontro, io oltre ad essere un suo fans, sono diventato anche un suo collaboratore.
Antonio G. D'Errico e'un grande autore,sensibile verso gli ultimi ed attento osservatore.
Ha pubblicato per Rizzoli la biografia di Finardi il quale ha anche commentato LA Governante Tilde.
A breve esce per il grande editore Infinito edizioni, la biografia del cantautore Mimmo Cavallo divenuto famoso negli anni 80 con Siamo Meridionali.
Cavallo ha scritto per Fiorella Mannoia Caffe'nero bollente, che andò a Sanremo e ottenne il successo con quella canzone.
Per Mimi' ossia la grande Mia Martini ha scritto e cantato assieme tantissime canzoni, ha collaborato con la sorella Loredana Berte'.
Cavallo e' amico di Renato Zero ha lanciato Mariella Nava e per Zucchero, nell'anno 2011 ha scritto Vedo Nero e ha pubblicato con la Edel QUando saremo fratelli Uniti.
Mimmo Cavallo si e'affidato alle mani esperte di Antonio G. D'Errico non a caso, proprio perche'cosciente che potesse realizzare un best seller.
Antonio G.D'Errico ha coniugato un mix di personaggi e artisti famosi che hanno orbitato con la sfera artistica e non solo del cantautore.
Si ricorda addirittura Enzo Biagi che ha scritto una canzone per Cavallo Ma che storia e'questa?
Ma che storia e'quesya è stata musicata da Cavallo e divenna la sigla di Storia d'Italia a fumetti...
Ancora gli incontri con Renzo Arbore, il mancato passaggio per impegni di Cavallo in trasmissione a Quelli della Notte, Luciano De Crescenzo, Rino Gaetano e tanti altri ancora compaiono nella sua vita e nel libro...
Non ultimo Pino APrile, scrittore famoso con Terroni e Giu'Al SUd...ediz.Piemme, il quale subito si e'prodigato per scrivere la prefazione al libro.
Spett.le Redazione Scrigno vi allego intanto la scheda del noir e magari aspettiamo vs. riscontro per gentile recensione grazie...
Domanih. 11 e il 31 c.m. h.10 radio bunny, via web manda in onda un'intervista dell'autore. Consultate il suo facebook dove risulta meglio il programma e gli orari.
LA GOVERNANTE TILDE - Antonio G. D'Errico
ISBN 9788876063404
€ 15,00 - Pag. 215
Antonio G. D'Errico con La Governante Tilde guarda alla scuola con l'occhio di chi va a indagare dentro un mondo che cela grandi misteri e genera gravi fallimenti. Un romanzo di genere che esce dal genere.
Eugenio Finardi
La morte del Preside di un noto liceo di Bergamo manda nel panico e nella vergogna collettiva i cittadini di Roncola, un paesino della Provincia lombarda.
Il corpo viene ritrovato nudo e con un velo di liquido spermatico rappreso sulle mani e sulle pelvi, che farebbe ipotizzare un vizio di pratiche autoerotiche. Questa ipotesi, oltre a scatenare l’ira e la maledizione del parroco del paese, che si rifiuta di celebrare la messa funebre, non convince il commissario Gribaudi, al quale tocca indagare per accertare le cause di quella morte sospetta.
A San Pellegrino, intanto, un altro paese delle valli bergamasche, compare Tilde la quale si introduce nella casa del professor Ruggeri, insegnante in pensione dello stesso liceo bergamasco, e si fa assumere come governante. E’ attraente la donna. Ha più di cinquant’anni, ma il fascino del suo corpo sinuoso la fa apparire ancora molto bella e attraente. E’ stata allieva del professore, trent’anni prima; ma il tempo trascorso, i cambiamenti fisici, non rendono l’ombra di un dubbio per un riconoscimento piuttosto remoto.
Nel silenzio della stanza la governante ripensa ai suoi occhi che la scrutavano e la spogliavano quando sedeva tra i banchi del liceo. Lo odia ora come allora.
E’ stata in carcere la donna, accusata di omicidio del suo figlioletto appena nato, avuto dal rapporto scandaloso con un giovane insegnante dello stesso liceo, che amava e da cui era riamata Dopo il parto, però, l’amato scompare, portando con sé il bambino, sottraendolo alla madre, che non lo vedrà mai più. La ragazza subisce un processo e la condanna a trent’anni di carcere, accusata dai suoi stessi insegnanti che testimoniano contro di lei.
Adesso è tornata in libertà per dare fondo a tutta la violenza che ha accumulato nei confronti dei suoi carnefici: il vecchio preside, l’insegnante di scienze e l’anziana insegnante di storia. Poi tocca al suo insegnante di storia dell’arte. Altri sono morti di morte naturale, prima che Tilde potesse compiere la sua efficace vendetta.
Ma il commissario Gribaudi mette insieme le tessere di quel mosaico mortale e si inoltra su una strada investigativa che lo porterà all’incontro con la governante.
Il finale lascia posto ad un’inaspettata forma di pietà, che non ammette perdono e neanche rimorsi.
Il noir, al di là delle atmosfere cruente, è anche l’immagine di un mondo scolastico che è incapace di far fronte alle urgenze di chi la frequenta.
Antonio G. D’Errico, scrittore e sceneggiatore teatrale, televisivo e cinematografico.
Premio Speciale Pavese con il romanzo Testimoni d’Amore, commento critico di Mons. Luigi Bettazzi.
Con la prefazione di Ernesto Olivero del Sermig della Pace di Torino, pubblica il romanzo A piedi scalzi, sulla vita e le opere di Don Innocenzo Ricci, prete di strada, (Piemme 1999).
Coautore con Donato Placido del romanzo Montalto. Fino all’ultimo respiro, diario sentimentale (Giuseppe Laterza, 2000) Premio Pavese, edizione 2002.
Nel 2005 pubblica il romanzo Al Sahara, che si pregia della presentazione del poeta e scrittore iracheno Younis Tawfik.
Nel 2008 è uscito per le edizioni F.lli Frilli il thriller Il Discepolo, ispirato al mondo dei giovani, e in particolare al mondo nascosto delle sette sataniche.
Coautore con Eugenio Finardi della biografia Spostare l’Orizzonte, come sopravvivere a quarant’anni di vita rock (Rizzoli, 2011).