E' un romanzo questo che, fin dalle prime pagine, fa scordare che è scritto da un'esordiente.
Il romanzo tocca il tema della giustizia, di quanto la società sia responsabile o meno degli "errori" o della perdizione di un individuo. O almeno questo è uno dei piani di lettura che mi tocca da vicino, in una società che tende a giustificare sempre e comunque lasciando che il carnefice diventi la vittima.
La scrittura epistolare permette al lettore di entrare subito in intimità con il protagonista ed a seguirlo per tutto il suo percorso di cambiamento come se lo si stesse facendo insieme a lui, sospendendo il giudizio per ascoltare il suo su se stesso.
E' un romanzo intenso, carico di emotività, che narra di una vicenda umana come ne capitano poche. Di persone così, che sbagliano e sono convinti di meritare ciò a cui vanno incontro a causa dei loro errori si possono contare sulle dita di una mano. Anche se la violenza descritta nelle carceri e nei manicomi in anni così poco lontani da noi, mi lascia sempre con l'amaro in bocca.
E' un romanzo questo, che offre molti spunti di riflessione sulla vita, sul dolore, sul significato della sofferenza, prendendo dai grandi nomi della letteratura le forze per guardarsi dentro e ricominciare a vivere anche quando tutto il mondo, compreso se stessi, pare contro alla vita ed alla sopravvivenza.
E' un inno al non arrendersi mai utilizzando la mente, l'intelligenza e l'immaginazione come forza interiore che nessuno potrà mai ingabbiare.
Infine, è un concerto di parole, un racconto dentro a tanti altri, che spiega l'impagabilità della scrittura come mezzo per riscattarsi, sopravvivere alla propria morte o addirittura a se stessi.
Nadia
Per un assaggio del libro clicca sul link di seguito:
http://scrignoletterario.it/node/593
La mia recensione
Thomas Jay avrebbe potuto diventare un grande uomo, ma il suo destino era già segnato fin da piccolo. Così dai 12 anni in poi la sua vita è scandita dal riformatorio prima e dalla prigione poi. Il dolore, la disperazione, il desiderio d'essere amato non gli impediscono di precipitare sempre più a fondo, tuttavia Thomas riesce ad incanalarli, a renderli parole, a raccogliere le parole in storie che incantano il mondo. E' un diesel questo romanzo. Parte lentamente, ma presto ci si trova così coinvolti nelle vicende del protagonista che si fatica a staccarsi dalla lettura.
Niente da eccepire sulla scrittura scorrevole, lineare, senza alcun difetto.
Ma non è questo che dà carattere e unicità al romanzo. E' la capacità di Alessandra di raccontare le emozioni, di trasmettere al lettore il dolore, lo smarrimento, l'amore che tormentano l'anima di Thomas Jay e di Allie. E in alcuni momenti le emozioni sono talmente vivide, tangibili, da entrare prepotentemente in chi legge, commuovendo.
Ci si dimentica che si tratta dell'opera di un esordiente, ma non si dimentica Thomas Jay e la sua storia.
Carla
http://cartaecalamaio.splinder.com/