scrigno

leggere nuoce gravemente all'ignoranza

Leila Mascano - Fammi ridere

Fammi ridere. Il titolo porta a credere in un romanzo divertente, ironico, leggero. Ma non è così.
Sullo sfondo di Posillipo e Anacapri della seconda metà del '900, descritti favolosamente dalla penna dell'autrice, scorre la vicenda di Federica, del suo essere un'ingenua ma intelligente bambina che dorme "con una mano appoggiata al muro e l'altra al cuore per essere sicura di esistere". Che combatte contro la paura del buio che inghiotte, che, da grande, sarà accompagnata da un puma pronto ad assalirla quando meno se lo aspetta.
Suscita svariate emozioni questo libro per tutto quello che Federica dovrà subire ed i motivi per i quali lei si lascia subire dalla vita. In nome di un grande amore, tenero quanto violento, accetterà ogni cosa, fino ad annullarsi a dire:"lasciami" mentre lui tenta di salvarla da una caduta in un burrone.
"Fammi ridere" è la richiesta ultima di Federica che metterà nelle mani dell'amore la propria felicità.
Il lieto fine del romanzo lascia il lettore, al momento di chiudere il libro, con un augurio per Federica, quasi fosse una figlia che parte e della quale non si saprà più nulla. Resta un po' di nostalgia mista a preoccupazione.

L'utilizzo di due voci narranti spezza l'angoscia che a volte si avverte nella lettura poichè il lettore si trova a doversi raccapezzare sui personaggi. Ma non è un neo dell'autrice bensì un pregio proprio perchè riporta alla realtà. Alzando il livello di concentrazione sulla scrittura e diminuendo quello sulla storia il lettore esce indenne dalla crudezza di alcuni passaggi.

Credo che si possa parlare per ore di questo libro, di quello che dice e di quello che vuole dire al lettore.

Riporto un paio di frasi che mi sono rimaste impresse per la grande verità che contengono:

"Amore e timore - le diceva - ti devi fidare!".... Pensa che quel gioco crudele era in fondo un'allegoria dell'amore che, bisognerebbe riconoscerlo, è anche questo, almeno per lui: l'assoluta signoria sull'anima e sul corpo della persona amata. .... Il potere è la più sconvolgente delle sensazioni e porta con sè, fortissima, la tentazione della crudeltà. Però c'è anche il rifiuto di chi ama, di esercitarla questa crudeltà, e godere così della propria clemenza. .... Forse il pericolo consiste nel voler qualche volta esercitarlo il potere, spostandone di volta in volta i limiti un po' più in là per vedere quanto chi ci ama può soffrire per noi, e godersi quel bellissimo dolore, che è un balsamo per quel vuoto che ci minaccia - se accetti questo dunque mi ami - e poi c'è il sollievo di smettere, di sapersi fermare in tempo, di chiedere perdono per quel dolore o quella pena inflitti..."

"Federica è sua, solo lui può farla piangere".

"Anche le persone sono così: dentro ognuno di noi c'è sempre qualcun altro, la parte segreta di noi, e poi c'è chi vorremmo essere. Qualche volta queste parti coincidono, qualche volta no."

Nadia

Per l'assaggio del libro clicca sul link seguente:
http://scrignoletterario.it/node/748

Guardavo dalla stanza il

Guardavo dalla stanza il muro della terrazza di fronte a me, su cui si arrampicava ancora timida una vite americana, intrecciandosi col fasto effimero delle campanule,destinate a spegnersi nel rogo del sole di mezzogiorno. Intorno alberi e spazio, fantasmi di frescura e di quiete in quest’angolo ancora possibile della città che si squagliava nel caldo d’agosto, col silenzio innaturale della strada dove non passava che qualche rara automobile, come in un film degli anni 50.
Una sbarra nera orizzontale attraversava il mio campo visivo…una botta, un trauma.
Sarebbe passato.
E ad un tratto un’angoscia senza fine invase la stanza, colò lungo i muri, venne in pozze a raccogliersi ai miei piedi, ondeggiando in spire sempre più strette, e da spirale si fece dardo fino a trafiggermi il cuore come uno spillone fa con la farfalla.Lancinante angoscia che ti succhia come un frutto di mare in una bocca avida e ti annienta. Prigioniera della casa vuota del palazzo vuoto della strada vuota della città vuota e dell’infinito vuoto che solo una voce attraverso il telefono tentava di colmare, ed io mentivo “Bene, sì...bene”, ed ora il vuoto mi portava via.
E improvvisamente io vidi sul muro della terrazza le rovine di Palazzo donn’Anna, il mare meraviglioso, Capri davanti a me, come io e voi potremmo vederlo sullo schermo di un cinema.Due figure mi apparvero, dapprima incerte e poi più nitide. Vieni, mi dicevano, scappa, dopotutto ci vedi, puoi scrivere. Fa’ conto che la sbarra nera sia il ferro d’una ringhiera.
“Non vi conosco…”
Ridevano, abbracciati, una bambina e un ragazzzo. “Davvero non ci riconosci? Pensaci…”“Ma come è possibile?” “ Il mondo fuori non può raggiungerti, hai bisogno di tranquillità...e il mondo dentro trabocca”
Cari fantasmi, così belli, così amati, come ho fatto a dimenticarvi? Cosa volete da me?
“Vivere, Federica, vivere…Ti ricordi come amavi questo nome? Il tuo nome segreto…”
Nella stanza non c’era più il vuoto. Erano entrati, vivi, veri, di carne e sangue e rspiro, spettinati, sudati perfino, vicini, e dettavano, discutevano, ridevamo insieme, qualche volta piangevamo, anche. La città fuori si scioglieva come un gelato, e noi tre ce ne stavamo insieme, felici…“Per sempre?” “No, non per sempre.
Finché non torni a vivere.
Il tempo di scrivere un libro.”

scritto da Leila Mascano · 21 febbraio 2008, 19:34 · #

fammi ridere

Volevo parlare dell'amore, di tutto quello che sapevo sull'amore. Volevo parlarne in modo lieve, non melodrammatico e tuttavia appassionato, e non potevo che parlare dunque che dell'amore "assoluto". E quale amore più assoluto di quello che si prova in certi innamoramenti infantili totali, "assoluti", appunto. Ma qui l'amore non finisce con l'infanzia...
In libro finisce nei favoloso anni sessanta, che mi hanno sempre appassionata, coprendo un arco di tempo di circa diciotto anni...buona lettura. Leila.

Dell'Amore e di altri Demoni...

In questo romanzo l'Amore è protagonista, insieme a Federica e al biondino con gli occhi un po' lunghetti...
Un amore totale, che lascia voragini dentro, che annulla e fa male, come le botte. Un dolore che è potere sia per chi l'ha inflitto sia per chi lo subisce.
L'Amore estremo, finalmente liberato, si accanisce e libera altri demoni a lui legati.

Detto così, sembra un thriller questo romanzo. Ma non lo è per nulla. Perchè l'Amore e gli altri Demoni sono alati, e volano con la leggerezza della scrittura di Leila sui suoi protagonisti.

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Una stanza senza libri è come un corpo senza anima.

"Fammi ridere" l'ho letto

"Fammi ridere" l'ho letto diverso tempo fa - ho avuto modo di complimentarmi a voce con l'autrice - ora apprezzo Nadia che lo promuove.
Il mio consiglio? Comperatelo, leggetelo una prima volta, poi lasciatelo da qualche parte, in vista. Sarà lui a farsi riprendere in mano. Apritelo a caso, andate ai rimandi della curiosità che ve lo farà "leggere" davvero.
Con Leila Mascano ho un conto aperto - un tema che non ci appartiene, un duello!
Bacio le mani, picciré!

Duellanti

Frank, uno scrittore, un amico. Averne di "avversari" così! Si passerebbe la vita, come i duellanti, per il piacere di duellare in punta di fioretto, senza patire nessun graffio, né, si spera farne patire.

Un tuffo nel passato

Ho scoperto questo romanzo grazie a fortunate coincidenze. Ma sono convinta che nulla accade per caso. E che "Fammi ridere. Paesaggio napoletano con figure in dissolvenza" doveva capitare tra le mie mani, regalarmi determinate emozioni, indurmi ad alcune riflessioni scaturite non dalla storia ma da alcune frasi che mi hanno particolarmente colpito. Leila Mascano Tadino con una scrittura fresca e istintiva come la protagonista, Federica, dipinge un quadro della Napoli anni '50, una famiglia alto borghese, una bambina sola e trascurata che costruisce il suo mondo attorno a Pietro il cugino più grande di undici anni: è lui in realtà che si occupa di Federica e attorno al quale la bambina intreccia le sue storie fantastiche. Ma questo rapporto quasi simbiotico tra i due, da fraterno si evolve in qualche cosa di più intimo fino ad arrivare ad un legame di amore intenso quando la ragazzina entra nell'adolescenza. Un amore così grande che i due giovani non riescono a contenerlo e ne vengono travolti. Cambierà tutta la loro vita in un lampo, saranno indotti a scelte "obbligate" che soffocheranno in parte i loro sentimenti, ma non riusciranno a troncare mai del tutto quel legame che ha vincolato i loro cuori.
Un libro sconosciuto ai più ma che merita davvero di essere letto.

Carla
http://www.carlacasazza.com

Ora e qui

E nel presente - oltre alla bella recensione (v. sopra) - di Leila Mascano si sa tutto? Direi di no. Perchè la scrittrice, una picciré che non sta mai ferma, gioca su vari fronti, e ancora, e non per caso, miete allori. Non mi credete?
- Leila, posso?

miei cari amici!

Grazie, grazie e ancora grazie. Avevo chiesto alla scrittura un esorcismo, ed ora le chiedo un incantesimo. Di essere per me la stella polare, quella che si fissa lungo le notti solitarie per tornare a casa. Ma non si può avere una casa sulla terraferma se non si ha un posto nella propria anima, nel proprio mondo interiore.La scrittura lentamente sta ricostruendo il mio mondo, un'isola che non c'è dove rifugiarsi. Se la mia anima ancora parla al foglio di carta bianco io esisto. Non sempre ne sono del tutto certa, e qualche volta mi pare di essere davvero persa nel mare della vita, quando le nuvole sono così tante che la mia stella non la vedo più.

Frank!

Cosa vuoi fare? I miei allori sono tali che ci potrei giusto condire una porzioncina di fegatini di pollo.

Con piacere

In effetti ha ragione Frank.
Io, distratta come sono, non ci ho pensato e chiedo perdono. Per fortuna ho chi mi ricorda che ci sono persone da festeggiare, vuoi per la ritrovata fiducia nella scrittura, vuoi per le emozioni che lascia in noi... direi si, Frank, festeggiamo Leila per i suoi recenti (non primi e non certo ultimi) successi letterari.
Ci sediamo qui e ascoltiamo la storia. Ti metto i due punti e apro le virgolette.
Vai:"

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Una stanza senza libri è come un corpo senza anima.

- Che dici? Non sarà che

- Che dici? Non sarà che poi...
- La Mascano o Nadia?
- Facciamo tutte due?
- Bella accoppiata, ma intanto "Fammi ridere"
- Comincio dai particolari più piccanti?
- Piccanti quanto? Guarda che su Scrigno non te la perdonerebbero mai, e poi dovresti far fagotto, sai.
- Lasciami fare, che so volteggiarmi bene quando serve. Dunque, tutto iniziò con l'incontro tra un frigorifero e una lavastoviglie - forme in vista e deliziose curve entrambi. E dopo qualche: ma le pare, vengo stasera a casa sua, no, no, vengo io da lei, le preparerò qualcosa di buono, io le porterò un dolce, si accomodi pure, e via discorrendo, si trovarono uno accanto all'altra luccicanti per via della rottamazione - erano i giorni della prima finanziaria.
- Caspita che inizio, mi vien la pelle d'oca solo ad immaginarmi il resto. Vai, vai, e...
- E se poi? Ma tu, mi starai vicino?
- Come sempre, visto che teniamo quattro piedi in due scarpe e che ti seguirò fino all'ascesa in cielo - a proposito, speriamo che quel giorno soffi la Bora, così saliremo in fretta e amen.
- Lascia stare i ricordi anticipati, altrimenti perdo il senso delle direzioni, e il barometro ci scenderà alle spalle giù di brutto. Dunque, dov'eravamo? Ah sì. Dopo qualche mese i due presero a strofinarsi spesso per lustrarsi come specchi, e incominciò il bello. Lei, il frigorifero, voleva primeggiare, lui, la lavastoviglie... sciak, sciak, sportello aperto e schizzava d'acqua tutto il pavimento, finché... ma senti un po', visto che la curiosità corre in Internet che basta acchiapparla per la coda non...
- Ma sì, chi vuol sapere il resto della storia chieda a Nadia, lei sa tutto, questo è certo. E allora, che si fa?
- Non ce la faccio più a resistere.
- Appunto, anch'io. Un caffè e una sigaretta in due?
- Ti seguo nelle scarpe.

ndr - ogni riferimento a fatti e persone conosciute è voluto, ed è agli atti - v. Blog Robin Edizioni

Se...

Se non ho capito male...
se non fosse che so già tutta la storia da Robin edizioni...
penserei che...
ma no, non può essere.

Comunque, nello scrigno si trovano anche cose assai buffe. Addirittura un frigor ed una lavastoviglie.

E' bello aver iniziato a raccontare la storia di Leila, dal principio.
E scrigno diventa una sorta di "memorie di un incontro".

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Una stanza senza libri è come un corpo senza anima.

Cominciammo così ad essere amici...

Dicono che a una certa età la mente si scombini, che giochi a rimpiattino con se stessa, a scapito dell’uomo o della donna, e che la differenza tra i due sta soltanto nella forma del congegno che ci portiamo in testa. Allora, non per rimarcare sull’amore, sono un uomo single e anziano, e ieri ho visto un manifesto: una lavastoviglie a colori, in linea nelle forme e nelle scritte, e così attraente che vorrei poterla abbracciare. Non è che posso contare sulla finanziaria per rottamare un vecchio amore?

scritto da frank spada · 7 marzo 2009, 10:29 · #

Ho letto di un cigno negli Stati Uniti impazzito d’amore per un distributore di benzina che quando conclude l’operazione emette un suono del tutto simile a quello della femmina del cigno in amore.Del resto in un film di Marco Ferreri il protagonista Christopher Lambert impazziva d’amore per un gadget che gli diceva I Love you.
In verità le leggi dell’amore sono imperscrutabili ed io invidio di tutto cuore il gentile amico colto da colpo di fulmine per la lavatrice. Potessi magari io innamorarmi di un frigorifero, abbracciarlo con comodo in cucina ( eroticissimo luogo, pare, vedi il Postino bussa sempre due volte con Jack Nicholson ed altri . )Non dovrei stupirmi della sua freddezza, per esempio, o del fatto d’esser taciturno. Metterei in conto di dover prendere io l’iniziativa, e di poter poco contare sul suo apporto nel rapporto (carino, no? )Se poi il frigo potesse dirmi I love you quando apro lo sportello, sarebbe il massimo. A pensarci bene, se non mi turbasse un rapporto lesbico, un pensierino lo potrei fare pure sulla lavatrice. Potrei rimanere ore a guardare la centifuga, e quei vortici d’acqua, oceani in tempesta in un cuore di acciaio, mi affascinano. Adoro quando finge d’essersi addormentata, se non morta nei lunghi abbandoni dell’ammolllo biologico, per poi sussultare alla brusca ripresa della centrifuga, un vero vortice di passione. Ma trattasi di creatura femminile, non mi sento portata.
Comunque l’idea d’innamorarsi d’un elettrodomestico è molto carina. Alle brutte, esaurito il raptus erotico o amoroso c‘è sempre la possibilità della rottamazione, e di sostituzione con nuovo modello.
In verità per quel che mi riguarda avrei una sola cosa da sostituire, ed è il mio cuore, che butterei volentieri in una discarica.

scritto da Leila Mascano · 10 marzo 2009, 20:12 · #

La magia di Leila

“Potrei rimanere ore a guardare la centrifuga, e quei vortici d’acqua, oceani in tempesta in un cuore di acciaio, mi affascinano. Adoro quando finge d’essersi addormentata, se non morta nei lunghi abbandoni dell’ammollo biologico, per poi sussultare alla brusca ripresa della centrifuga, un vero vortice di passione”
Lo ha scritto Leila, quasi un anno fa, qui, in questo bel sito. Ed io rimango estatico a sognare di questa lavatrice che si trasforma in oceano sotto i colpi magistrali di una penna amica, che già mi accompagnò lungo l’affascinante percorso di “Fammi ridere”. Ho scoperto Leila quasi per caso, quando comprammo vicendevolmente i nostri libri. Il mio “Violinista folle” autobiografico come il suo, che è ricco di coinvolgimenti emotivi, duraturi e profondi: Il personaggio di Federica non svanisce dopo la lettura, ma permane a lungo, direi per sempre, in chi ha avuto la ventura d’incontrarlo, così tenero, cosi indifeso, così vivo e colorito. Ci sono momenti in cui salti dalla sedia cercando di correrle incontro per aiutarla, per salvarla da crudeltà subite in nome di un amore purissimo, profumato di primavera, d’ingenuità e candore. Ci sono momenti in cui vorresti spiegarle l’amore del padre mascherato da indifferenza e pudore. Pagina dopo pagina, “Fammi ridere” arricchisce la tua vita, stimola la tua sensibilità, scava nei meandri più reconditi della tua mente ad incontrare istinti, umori, passioni, che una testolina da bambina già ha cominciato a vagliare sapientemente. Poi scopri la donna e, nella donna, l’antica bambina, che ancora ti regala la magica atmosfera del sogno, dell’introspezione profonda, della sofferenza e della fantasia. La Fantasia nella quale possiamo trovare quella pace profonda e quella serenità, cui tutti aneliamo ma che il mondo reale difficilmente potrà mai elargirci.

L'artefice magico

Bellissime e affettuose parole, grazie Dino. L'artefice magico ringrazia, e ripone le sue stelle nel cilindro. Ha ricreato il manto azzurro cupo della notte sotto il tendone del circo, e la scintillante spolverata degli astri. Ora mette via i pezzetti di stagnola, la "polvere dell'illusione",e vorrebbe solo sparire. Fino al nuovo spettacolo.

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